Scopriamo la storia del tè

La storia del tè si perde nelle nebbie del tempo. Per conoscerla, dobbiamo scavare tra le leggende dell’antico Oriente e le poche notizie storiche certe che ci sono arrivate. Andiamo a scoprire tutto ciò che è giunto fino a noi, per cercare di fare luce su una storia misteriosa e allo stesso tempo affascinante. Mito e realtà convengono su un elemento: l’uso della pianta Camellia sinensis per la preparazione della caratteristica bevanda nasce in Cina. Sul periodo storico in cui ciò sia avvenuto, però, già nascono i primi dubbi e le prime interpretazioni.

Scopriamo la storia del tè

Le fonti che riteniamo più attendibili fanno risalire le prime infusioni al III secolo a.C., sebbene ci siano ricostruzioni che si spingono molto più indietro, addirittura a 4.500 anni fa. Ciò che invece sappiamo con relativa certezza è che, in principio, il tè era preparato a scopo medico, e non ricreativo come oggi. Le sue proprietà antibatteriche e antimicotiche lo rendevano adatto per contenere le molte epidemie di quegli anni. All’epoca, il tè non era preparato con infusione di foglie, ma veniva trattato fino a divenire una polvere solubile.

Dall’uso medicinale a quello ricreativo

Presto gli imperatori cinesi e le grandi famiglie nobiliari cominciarono ad apprezzare il gusto articolato di questa preziosa bevanda. Durante gli anni della dinastia Chow, a partire dal 206. a.C., il tè divenne una bevanda di uso ricreativo. Negli anni immediatamente successivi, sotto la dinastia Han, la Cina divenne grande coltivatrice di Camellia sinensis, fondando le basi di quella che sarà nei secoli avvenire una sorprendente diffusione planetaria. Molto secoli dopo, intorno al 700 d.C., il tè divenne così diffuso in tutto lo Stato, al punto da meritare un trattato dedicato, il Cha Jing o “Canone del tè”.

Una storia che nasce in Cina e si diffonde in tutto il mondo

In questi anni la fama del tè cominciò a valicare i confini nazionali. In tutto gli Stati circostanti, dall’India al Giappone, dal Nepal alla Thailandia, si diffusero le voci di questa deliziosa bevanda così nota tra le agiate famiglie cinesi. Preso il tè si diffuse a macchia d’olio, entrando nelle tradizioni delle molte culture asiatiche. In questo periodo tutti si affrettarono a creare leggende proprie che raccontavano dell’origine di questo infuso. Così, in contrapposizione alla leggenda cinese che voleva il tè nato dalla fantasia dell’imperatore cinese Cheng Nung, al quale un giorno per caso cadde una foglia nella propria tazza di acqua bollita, nacque quella di Bodhidarma.

Il mito delle origini buddhiste

Bodhidarma è una figura di grande rilievo della cultura buddhista. È, secondo la leggenda, il figlio del Re delle Indie Kosjuwo, grande predicatore del buddhismo

Scopriamo la storia del tè

Il predicatore buddhista Bodhidarma, a cui una leggenda vuol fare risalire la scoperta del tè

oltreconfine. Il Mito sostiene che Bodhidarma stesse viaggiando per la Cina in predicazione, e che avesse fatto voto di non dormire per 7 anni. Quando, al quinto anno, la stanchezza era sul punto di sopraffarlo, trovò conforto nelle foglie di questa pianta sconosciuta, che gli diedero nuovo vigore. Poggiando su questa leggenda, i monaci buddhisti hanno sempre fatto ricorso al tè per sostenere le lunghe giornate trascorse digiuni in meditazione.

ll tè colonizza anche l’Occidente

Trascorrono molti secoli: siamo ormai nel XVII secolo inoltrato. I colonialisti europei arrivano in Asia. Portoghesi, francesi, spagnoli e inglesi fanno a gare nell’impossessarsi di pezzi di terra in Oriente. In questo periodo, com’è ovvio, vengono a contatto con il tè e se ne innamorano a prima vista. Presto la bevanda dilaga in tutte le corte occidentali, che sono disposte a pagare cifre folli pur di avere le migliori varietà. I segreti delle piante cinesi vengono sottratti e replicati sui monti del Nepal. Nasce il tè Darjeeling, che successivamente godrà di grandissima fama tra le nobili famiglie inglesi, che ne faranno un vero e proprio status symbol.

Oggi il tè è una delle bevande più diffuse al mondo. La produzione è ancora in massima parte concentrata in Oriente, dove le meravigliose piantagioni, di un verde brillante sulle dolci colline del sud-est, sono diventate mete di turisti da ogni parte del mondo. In alcune nazioni, come l’Inghilterra, il consumo si attesta intorno ai 2,2kg pro-capite annuali.

 

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