Trovare un nuovo equilibrio che unisse la rotondità del Merlot e la struttura del Cabernet-Sauvignon. Era questa la missione di Jean-Claude Rouzaud, quando nel 2005 cominciò la fase di cambiamento che ha portato Chateau de Pez, e il suo vino d’eccellenza Saint-Estèphe, ad essere quello che è oggi. Un lavoro di precisione che va dalla vigna all’invecchiamento, per affermarne lo stile caratteristico. Eppure, un’annata come quella del Pez 1964 era già leggenda prima di allora. Ma è solo quando il “Grand Vin” è entrato nella “Collezione Roederer” che è avvenuta la vera consacrazione.
Saint-Estèphe – Château de Pez
Nella grande diversità dei suoli di Saint-Estèphe, il vigneto Pez presenta un ottimo equilibrio su un tipico terroir quaternario con il suo sottosuolo ghiaioso e argilloso della Garonna. È uno dei più alti della denominazione. Il terreno è collinare, drena bene e la vicinanza all’estuario lo protegge dal gelo. Gli episodi di grandine sono molto rari. Il vento asciuga la chioma dei filari e offre un baluardo naturale contro malattie e parassiti, oltre che un regolatore delle precipitazioni. Tutto concorre a fare un grande vino.
Il coraggio di rinnovare un vino storico
L’obiettivo di tutti coloro che lavorano alla cantina è preservare questa unicità. Il team del vigneto Château de Pez, composto da 16 persone, applica alla vite i metodi che ne garantiscono lo standard qualitativo, come la potatura delle viti a Guyot-Poussard. La loro priorità è preservare e persino sviluppare la biodiversità, con ad esempio la piantumazione di siepi, che fungono da “corridoi ecologici”, o l’installazione di un alveare nel vigneto, impollinatore e prezioso indicatore della salubrità dell’ambiente.