Sabbie di Sopra il Bosco Nanni Cope’ – Ultima occasione

Esplorando la Campania, lontano dalle strade del vino più battute e dai grandi produttori, capita di imbattersi in piccole cantine che ti fanno innamorare al primo sguardo. Tra queste c’era la piccola azienda di Nanni Cope’, al secolo Giovanni Ascione. Un’azienda che, in appena 15 anni, aveva trasformato viti tradizionali della zona in un vino da intenditori. E che, dopo appena 15 anni, ha deciso di chiudere i battenti, proprio mentre sembrava proiettata verso le stelle.

Sabbie di Sopra il Bosco Nanni Cope’ – ultima occasione

La cantina Nanni Cope’, sia chiaro, era piccola solo in estensione. Perché nell’appezzamento di Castel Campagnano, a 215 metri d’altezza sul pendio che degrada verso il fiume Volturno, si produceva un Rosso che duellava ad armi pari coi nomi prestigiosi del Nord. Un vino che nasceva su un terroir incontaminato, di antiche sabbie arenarie, dove boschi e vigne sono così vicini da potersi toccare. 

Una rarità fuori produzione

Si chiama Sabbie di Sopra il Bosco, ed è un vino complesso. Nato nel 2007, ha avuto pochi anni per farsi conoscere, prima che la produzione si fermasse, eppure era già sulla bocca di tutti nei circoli dei sommelier. Per chi sa dove cercare, è ancora possibile accaparrarsi qualche bottiglia prima che diventi una rarità da collezionisti. Facoltosi collezionisti, si intende. Sabbie di Sopra il Bosco nasce, infatti, dall’abbraccio di tre vitigni fortemente legati alla storia viticola campana. Il Pallagrello, un tempo fiore all’occhiello della produzione locale, amato dai regnanti borboni e poi a lungo scomparso dopo l’avvento della filossera. Aglianico, immancabile base che dona struttura e acidità. E, infine, la caratterizzazione che non ti aspetti: il Casavecchia, un vitigno antico e dimenticato, sconosciuto ai più.

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