Lo sceneggiatore de “La grande bellezza” e il suo film sul vino

Forse il nome di Umberto Contarello non ti dirà niente. Il suo nome è famoso tra gli addetti ai lavori, più che al grande pubblico. Di film di cui è sceneggiatore, invece, probabilmente ne hai visti molti. Dal film col quale ha esordito nel 1989, Marrakech Express (finalista al Premio Solinas 1987)fino all’ultimo Tutto il mio folle amoreper un caso dello stesso regista, Gabriele Salvatores. In mezzo, lavori per molti dei grandi nomi della regia italiani: Gianni Amelio, Giuseppe Piccioni, Carlo Mazzacurati, Fabrizio Bentivoglio, Michele Placido e Paolo Sorrentino.

Lo sceneggiatore de “La grande bellezza” e il suo film sul vino

Lo sceneggiatore de "La grande bellezza" e il suo film sul vino

Il grande sceneggiatore Umberto Contarello

Umberto Contarello, oltre a essere un grande sceneggiatore, è un grande amante del vino. Al punto da volerlo rendere protagonista del prossimo film al quale lavorerà, e per il quale già sta scrivendo. Umberto ne parla diffusamente a Repubblica, in una bella intervista nella quale racconta l’origine della sua passione e il percorso per la nascita di un’opera d’arte. E spiega stimoli e difficoltà di parlare di cibo, vino e sapori attraverso la 7° arte, un medium che deve affidarsi ad altri stimoli sensoriali.

La difficoltà di raccontare il gusto attraverso le immagini

“Sto scrivendo un film sul vino, un film difficile ma non per questo motivo”, racconta. “Teoricamente uno potrebbe contestare dicendo che il vino è fatto di sapore e che quindi come faccio a fare un film sul sapore? Ma non è il sapore che va raccontato, è la ricerca del sapore a essere raccontata. Quindi è un film di avventura, un genere cinematografico classico. Come c’è l’isola del tesoro, c’è la ricerca del vigneto del tesoro”.

Come nasce un’ispirazione

Contarello racconta al giornalista da dove gli sia venuta l’ispirazione per un film sul vino: “Una sera ero a cena con un grande produttore di Amarone che organizza un festival di letteratura, mi raccontò della difficoltà di trovare il modo di uscire dai canali ormai desueti, soprattutto per i marchi di grande qualità. Gli risposi che essendo persone intelligenti e pratiche, uomini “del fare”, non prendevano in considerazione che il vino è oggetto di fantasie e quindi oggetto di racconto. Essendo oggetto di racconto, può essere oggetto di un film”.

Il riserbo sui dettagli dei suoi progetti

Sui particolari inerenti alla sua opera, però, nulla traspare dall’intervista. Non un dettaglio sul nome, né sulla data d’uscita. Che sia una scelta di marketing o che il maestro ancora non lo abbia scelto, non è dato saperlo. “Non si chiede mai quando si fa un bambino” – risponde secco Contarello.

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