In italia il vino biologico è in pieno boom. Se prima la conduzione del vigneto biologica era avvolta da un alone di diffidenza, oggi tanto la domanda che l’offerta crescono a ritmi più che sostenuti. Per avere un’idea dell’incremento di cui parliamo, basti pensare che negli ultimi 3 anni le vendite sono aumentate del 60%. Dal 2012, anno in cui L’UE ha autorizzato l’utilizzo del logo biologico sulle etichette delle bottiglie, l’incremento è stato del 110%, una cifra strabiliante che promette ancora meglio per il futuro.
Il vino biologico italiano è in pieno boom
Ma cosa può aver portato una crescita così forte del settore? In primo luogo un grande aumento dell’interesse da parte degli acquirenti. Di pari passo con la crescita della sensibilità dei consumatori sui problemi ambientali, si è fatta strada la consapevolezza che il rispetto di se stessi passi per il rispetto del pianeta. L’utilizzo di tecniche di produzione più rispettose della salute del suolo e delle persone. Gli agricoltori in generale, e i viticoltori in particolare, hanno deciso di abbandonare gradualmente i fertilizzanti chimici e affidarsi a biodiversità e metodi naturali.
Il Report Wine Monitor Nomisma
Oggi, secondo il Report Wine Monitor Nomisma realizzato per Valoritalia (la società che controlla le certificazione dei vini a Denominazione d’Origine, Indicazione Geografica e dei vini con indicazioni del vitigno e/o dell’annata) il 59% dei consumatori ritiene il vino biologico di maggior pregio rispetto a quello convenzionale. Per il 75% degli acquirenti le aziende che utilizzano metodi biologici hanno un valore aggiunto rispetto alle altre.
Italia paese leader del settore
L’Italia, lo diciamo con un pizzico d’orgoglio, è tra i Paesi leader per la produzione di vino biologico, se non il Paese leader in assoluto. La superficie dedicata alla viticoltura bio è cresciuta del 110% negli ultimi 12 anni. La produzione ha raggiunto nel 2020 i 3 milioni di ettolitri, dedicati principalmente all’esportazione verso Germania, Francia, Regno Unito e Stati Uniti. Questo non vuol dire, però, che il mercato interno non sia a sua volta cresciuto. L’incremento delle vendite è stato nell’ordine del 15% annuo, arrivando al 30% durante le feste.
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