Chiunque beva vino avrà visto l’iconico gallo nero raffigurato sui colli delle bottiglie di Chianti Classico, ma non tutti conoscono la leggenda che c’è alle spalle. Oggi il simbolo del gallo nero ci aiuta a conoscere le proprietà del vino che abbiamo tra le mani. A sapere, in particolare. che sia stato effettivamente prodotto nella zona d’elezione del Chianti, e non altrove in Toscana. Vini con uvaggi simili, ma al di fuori di questo perimetro, non potranno esibire la preziosa effigie né avere la denominazione di “Chianti Classico”.
Il Chianti e la leggenda del gallo nero

Il simbolo del consorzio del Chianti Classico odierno
La leggenda del gallo nero ha radici lontane: risale alla Lega del Chianti, un’alleanza politico militare creata dalla Repubblica di Firenze nel 1384 con la missione di difendere e amministrare il territorio del Chianti per conto della repubblica. Per quale motivo? Perché in quei tempi questi fertili territori erano violentemente contesi tra Firenze e Siena, le quali non esitavano affatto a fronteggiarsi l’una contro l’altra armate per mettervi le mani sopra.
Il Medioevo e la terra contesa fra Firenze e Siena
In questo contesto storico nacque lo stemma del gallo nero, che i soldati fiorentini portavano su vessilli e armature. E la relativa leggenda? Secondo le dicerie popolari, dopo anni di battaglie sanguinose i due schieramenti decisero di trovare un modo meno violento di risolvere la loro disputa. Scelsero un arguto stratagemma per tracciare il confine fra le due lande: due cavalieri, uno per fazione, sarebbero partiti al primo canto del gallo. Nel punto in cui i due si sarebbero incontrati, sarebbe stato tracciato il confine della terra contesa tra Firenze e Siena.
Un astuto stratagemma

L’antico stemma medievale della Lega del Chianti
I fiorentini, però furono più scaltri. Mentre i senesi scelsero un gallo bianco, che trattarono con tutti gli agi, i nemici ne scelsero uno nero, che tennero al buio e affamato per giorni. In questo modo, il giorno della sfida, il gallo nero fiorentino si svegliò e cantò ben prima del sorgere del sole, stremato dalla fame e nervoso per la scomodità. In questo modo il cavaliere fiorentino partì prima rispetto al cavaliere senese con un grande vantaggio, che gli permise di incontrare il suo rivale poco fuori dalla stessa Siena, a Fonterutoli.
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