Una bottiglia di Rosé Bisson, come quella che vedete in foto, ha un gusto unico. Il motivo è semplice: questa particolarissima bottiglia affina sul fondo del mare di Portofino. A 60 metri di profondità, per la precisione. Questo perché lì, a quelle profondità, la temperatura è costante a 15°, così come il bilanciamento tra la pressione interna e quella esterna. Quella del vino invecchiato nelle profondità marine è ormai un’abitudine consolidata, soprattutto in Italia, e fonda su solide evidenze scientifiche. Non solo per la caratteristica dell’isopressione, ma anche perché l’assenza di luce e suoni, unita al movimento oscillatorio delle onde, garantiscono al vino caratteristiche di purezza altrimenti impossibili.
Dalle profondità del mare allo spazio: i vini incredibili
Se pensate che sia molto, forse è meglio che non continuiate a leggere potreste, infatti, venire a sapere che il Petrus 2000 Pomerol, che ha trascorso 14 mesi nella stazione spaziale internazionale prima di essere battuto all’asta, sfiora il milione di euro. Niente male, per un vino che non è neanche certo che sia buono. Già, perché le proprietà di questi nettari invecchiati “tra le stelle” sono ancora tutte da scoprire, poiché siamo solo ai primi passi nella nostra conoscenza del cosmo e delle sue proprietà. Dal momento che fuori dalla magnetosfera terrestre è molto difficile schermare le radiazioni dei raggi cosmici, il nostro vino delle stelle potrebbe riservare qualche spiacevole sorpresa.
Il viaggio di una bottiglia tra le stelle

Una bottiglia di Petrus Pomerol, invecchiata 14 mesi nella stazione spaziale e poi battuta all’asta da Christie’s
La bottiglia battuta all’asta fa parte di una collezione di 12, che la Space Cargo Unlimited ha inviato verso la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) nel novembre 2019, nell’ambito di uno studio di ricerca sull’alimentazione e l’agricoltura finanziato da privati. Dopo oltre 400 giorni trascorsi nello spazio, le bottiglie sono tornate sulla Terra a gennaio 2021.
Tanti km: ne vale la pena?
Dai primi assaggi, comunque, parrebbe che il vino sia buono almeno quanto quello cresciuto a terra. Almeno a giudicare dal parere degli esperti dell’Istituto di scienza della vite e del vino dell’Università di Bordeaux, probabilmente il più grande team accademico al mondo di arte vinicola. Dal confronto tra la bottiglia invecchiata sulla stazione spaziale e quella invecchiata in cantina, i giudici hanno trovato solo una maggiore evoluzione dell’invecchiamento in quello “spaziale”. E neanche all’unanimità. dal momento che però la percezione del gusto è molto soggettiva, il giudizio è per ora “sospeso”.
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